ECOLANDIA, REGGIO CALABRIA: DOVE ILLEGALITA' E DEGRADO SI COMBATTONO CON COMUNITA' E CULTURA

“La criminalità nasce nel degrado e del degrado si alimenta. I valori, le aspirazioni, la storia personale, tutto viene messo in crisi se intorno a te esiste solo abbandono; se non è presente una comunità che si prende cura di te e dove tu possa essere riconosciuto come persona. La criminalità diventa così una strada forse più facile da percorrere, soprattutto se hai vent’anni: a prescindere dalla tua nazionalità, provenienza”. Di questo è convinto Marcello Spagnolo, un continuo impegno sociale e culturale nella sua Calabria, terra intensa e forte di mille contrasti.

Marcello è il responsabile della comunicazione del Parco Ecolandia, un parco ludico, tecnologico, ambientale e culturale gestito da un consorzio di realtà associative locali e del Terzo Settore, che si affaccia sullo Stretto di Messina. Un’innovativa esperienza che è diventata fra le principali attrazioni turistiche e culturali del territorio, legato a doppio filo alla storia del quartiere Arghillà, nella periferia nord di Reggio Calabria: uno dei tanti non-luoghi ai margini delle grandi città, un quartiere dormitorio come i tanti che caratterizzano il nostro Paese. Un quartiere segnato da scelte politiche contraddittorie, come il trasferimento di una comunità Rom negli anni ‘90 “un problema portato fuori dalla città e scaricato ai margini, senza operare un percorso di accompagnamento e integrazione” racconta Marcello “ma, a differenza di altri quartieri periferici, Arghillà è un luogo meraviglioso, un balcone naturale che si affaccia sullo Stretto, un luogo panoramico di superba bellezza, che permette allo sguardo di spaziare dall’Etna alle Isole Eolie”.

Anche grazie ad Ecolandia oggi Arghillà è un quartiere un po’ diverso, dove le esperienze compiute lasciano ben sperare. La marginalità è stata “affiancata” dalla bellezza e dell’arte, che hanno fatto di questo luogo un punto di attrazione turistica unica nel suo genere. Il degrado e l’abbandono vengono contrastati con la cultura e la storia, a partire dal recupero di monumenti come il Forte Gullì, Batteria militare ottocentesca attorno cui si sviluppa il Parco, e dalla creazione di un teatro all’aperto di ben 800 posti. L’illegalità e il diffuso senso di insicurezza in cui vivevano i cittadini sono stati affrontati con professionalità e caparbietà, attenzione e senso di comunità. Questi risultati non sono stati raggiunti con investimenti economici, ma con un intenso lavoro di relazioni, per creare una comunità laddove le istituzioni erano assenti. “I fondi sono arrivati, certo, alla fine degli anni ’90, grazie al programma europeo Urban; ma una volta terminati i lavori di riqualificazione e recupero, tutto è stato lasciato all’abbandono per oltre un decennio, finché nel 2011 un bando per l’affidamento della gestione non ci ha permesso di riproporre un modello di azione sul territorio. All’inizio non è stato facile, eravamo guardati con sospetto in quanto “estranei” a quel territorio, ma abbiamo cercato di lavorare con tutti, di ascoltare tutti, dalla parrocchia ai gruppi scout, dagli abitanti dei palazzoni popolari a quelli delle villette residenziali”.

Oggi ad Arghillà c’è una comunità attiva, che si ritrova e prova a sognare insieme, riunita in un Comitato di quartiere tra i più attivi del territorio, che porta avanti rivendicazioni legittime per la popolazione residente, ma al tempo stesso apprezza gli sforzi del Parco, che prova a fare sintesi sui temi della cultura, natura, spiritualità e solidarietà.

Non ci si dimentica dei più vulnerabili ad Arghillà, anzi diventano uno degli scopi di una presenza forte e solidale. Ecolandia ha contribuito alla progettazione, nella piazzetta del quartiere di un “Centro di medicina solidale”, dove si offrono gratuitamente prestazioni mediche, diagnostiche e sostegno psicologico, inoltre, durante la pandemia il Parco ha fatto da coordinamento per un progetto di raccolta e distribuzione di generi di prima necessità. “La criminalità la combattiamo così, non facciamo ronde o picchetti, sosteniamo concretamente l’idea di creare comunità, proviamo a coinvolgere le istituzioni, sosteniamo la bellezza, diffondiamo la legalità e mettiamo la solidarietà al centro”. Una comunità che ha trovato anche la forza di accogliere chi veniva da lontano, come i tre ragazzi siriani, che grazie ad Ecolandia hanno fondato una cooperativa artigianale che offre lavori di falegnameria sul mercato locale.