"ACCOGLIETELI A CASA VOSTRA!"

In occasione della campagna L’ODIO NON RISOLVE, Don Michele (parroco a Codevilla, diocesi di Tortona) ha condiviso con la Neos Kosmos APS la sua esperienza di accoglienza di migranti e richiedenti asilo a casa sua, luogo in cui la liturgia si accompagna alla vita concreta. Testimonianza, dunque, sull’incontro con il diverso che diventa fonte di ricchezza personale.

‹‹L’accoglienza è fatta di vita quotidiana, di momenti pratici››, afferma Don Michele. ‹‹Accogliere vuol dire scontrarsi con stili, pensieri, vite e prassi diverse. Diversi sono gli orari in cui pranzare, i cibi da comprare nel fare la spesa, ad esempio. L’accoglienza è fatta di difficoltà, che nascono dal cercare un equilibrio tra mondi, abitudini e stili di vita così apparentemente lontani››. Parole profonde pronunciate con convinzione da un parroco che invita ad accogliere l’altro per ciò che è, a prescindere da dove viene. Parole volte a sottolineare quanto siamo tutti profondamente diversi, anche quando proveniamo dalla stessa cultura. ‹‹Al di là di un codice di convenzioni, per cui ognuno di noi ha una nazionalità alla quale si prescrive una bontà o una non bontà del migrante, del nuovo ‘’inquilino’’ in un territorio, c’è un uomo o una donna da guardare negli occhi, come ci invita a fare Papa Francesco››.

L’esperienza sacerdotale di Don Michele nasce diciotto anni fa. Nella sua canonica sono passati centinaia di uomini e donne con storie di fragilità e violenza. Storie di uomini, donne e bambini provenienti da Paesi europei, sud americani e africani, come quella di due mamme e due bambini eritrei arrivati attraverso i corridoi umanitari con Caritas. Un’accoglienza che ha poi coinvolto l’intera comunità al punto da invitare le due famiglie a pranzo la domenica nelle proprie case, a fare la spesa insieme e ad organizzarsi a turni per accompagnarle nei vari passaggi istituzionali e burocratici. Nel 2018 è arrivato Mohammed, un ragazzo della Guinea di circa trent’anni espulso da un CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) a seguito del cosiddetto decreto Salvini. Un’accoglienza trasformatasi in amicizia profonda, che ha portato all’adozione legale di Mohammed: dallo scorso aprile portano lo stesso cognome e a novembre 2021 Mohammed ha coronato un altro suo sogno sposando una sua connazionale. Per don Michele, una scelta inizialmente di carattere politico è diventata quindi una scelta di Famiglia. ‹‹Mohamed è musulmano e io sono un prete cattolico: abbiamo innanzitutto condiviso la fede, la fede in un unico Dio. Mi è capitato di veder pregare Mohammed qualche volta e mi sono commosso. Nel pregare c’è un buttarsi dentro ad un mistero più grande, quello che Pascal chiama la ragione del cuore, che è incommensurabile perché rappresenta le ragioni della vita che ognuno ha nelle proprie esperienze››. Lo scorso gennaio, sono arrivati anche due giovani ragazzi dalla Siria, Zado e Leith. È Mohammed a prendersi cura di loro, con profonda fratellanza e comprensione. A riprova del fatto che quell’equilibrio tanto cercato nell’incontro con il diverso è l’Amore a crearlo. E che, dopotutto, chi riceve Amore genera Amore. Chi riceve odio, genera odio.